domenica 15 giugno 2008

Catene di S. Antonio

All'inizio erano lettere vere e proprie. Scritte a mano. Poi fotocopie. Ora email. L'ultima che mi è arrivata (o meglio, mi è stata girata da Andrea su mia richiesta e che ringrazio) si rifà ad un presunto  duplice omicidio (quello delle sorelle Smith) accaduto nella comunità di Plainfield (Wisconsin). Ovviamente è una bufala (leggi l'articolo su Snopes.com). smith-sisters Tutti (chi più, chi meno) abbiamo inoltrato una "chain". A volte in buona fede, a volte per il solito motivo "non ci credo ma non si sa mai...". Avendo buona memoria mi ricordo qual'è stata la mia prima catena di S. Antonio ricevuta. Mi arrivò tramite posta ordinaria ed era una fotocopia. Wikipedia la riporta ed è definita come truffa alla nigeriana. Mi ricordo che mi venne recapitata ben prima del 1992 (non come afferma Wikipedia). Sicuramente prima del 1985. Non stigmatizzo chi invia queste mail (anche se, a volte, basterebbe controllare su Il Disinformatico di Paolo Attivissimo o su Snopes.com per decidere che è inutile inoltrare ulteriori messaggi). Sono, però, d'accordo su quelle che seppur datate spingono alla riflessione. Se si vuole essere precisi si può aggiungere che il contenuto non è recente ma, a nostro modesto avviso, meritevole di attenzione. Poi, posso capire che i "puristi" di un tempo si imbestialissero quando arrivavano ma il motivo era comprensibile (costo della telefonata al provider) ma non capisco il risentimento di quello di oggi (leggi connessioni larga banda e contratto flat). Anche qualsiasi "noob" sa che è sempre meglio avere due indirizzi email: il primo da utilizzare con attenzione (e soprattutto da non dare a destra e a manca) ed il secondo da fornire a chiunque. Per ridere delle fobie e della fantasia di questo nostro pazzo mondo.