domenica 30 novembre 2008

Niente sesso siam buddisti…

Dalai  Lama

Il titolo dice tutto. Non bastavano le esternazioni del papa cattolico che ci si mette pure il Dalai Lama. Dal punto di vista cattolico è un discorso di controllo (il sesso costituisce uno dei “divertimenti” naturali dell’uomo nonché il principale sistema per la sopravvivenza della specie) mentre il nostro ne fa un discorso molto logico. Se tu sei una persona che ama il sesso ti trovi automaticamente invischiato dentro una situazione che è coinvolgimento nella materialità di questo mondo. Quindi la castità evita tutto ciò e ci predispone a lasciare al più presto il samsara. Ma la forzata castità, a mio avviso, altera il nostro equilibrio. Deve essere fortemente voluta e non forzatamente imposta a se stessi solo perché una figura spirituale ci dice di farlo. Deve nascere da dentro la volontà di sopprimere la necessità di fare sesso. Un po’ come smettere di fumare. Decidi e basta. In pratica se nella persona  il corpo e la mente è come un tutt’uno non ci sarà sofferenza (un esempio: la castità naturale portata dalla vecchiaia) mentre se è solo la mente a decidere allora non ci si lamenti se il corpo si ribella.  Questi diktat generano solo confusione e fanno danni. Il discorso è che quando una problematica coinvolge la religione allora tutti ipocritamente si tirano indietro e tanto più se la religione commenta i costumi sessuali. La religione, i religiosi si dimenticano che siamo su questa terra grazie ad un rapporto sessuale. Se detestano così tanto il sesso (anche se cercano di motivare il loro comportamento, il loro atteggiamento con concetti e affermazioni varie e discutibili) e non vogliono esserci su questo piccolo pianeta che essi stessi riescono a rendere sempre più instabile perché non fanno in modo di interrompere il loro ciclo di nascite-morti-rinascite già da ora nel modo migliore e che non sia proibito dal loro credo? Farebbero un favore a tutta l’umanità che in tutte le latitudini si trova a combattere per la propria sopravvivenza, per il pane, per i conti che non tornano, Dalai Lamacontro la depressione e così via. Penso che aggiungere al “mal di vivere” anche il sesso inteso come impedimento a giungere al più preso al nirvana sia un di più che gli uomini (quelli che ancora non sono spiritualmente pronti a distaccarsi dalle cose di questo mondo) non si meritano. Anche se a dirlo è chi è più vicino a questo traguardo. Lo è lui, non noi. Quindi per correttezza dovrebbe rivolgersi ai suoi più stretti discepoli e non farlo diventare un messaggio globale.

domenica 23 novembre 2008

Dispositivo antistupro.

Continuo ad osservare sempre più inorridito i titoli dei giornali e le news su internet che parlano di stupri, dove le donne coinvolte sono di tutte le età. Non sto parlando di molestie (la legge italiana a mio avviso è intepretabile e considera molestia tutta una serie di comportamenti che prima erano puniti al massimo con un ceffone in faccia al “manomorta” ed ora arrivano in tribunale). Ma di stupro vero e proprio, quello che “ferma” la vita della malcapitata e lascia segni indelebili nell’animo se non nel fisico. E da buon osservatore e chiedendo un po’ in giro ho scoperto che esiste RapeX™. Il sito ufficiale ci informa che:

RAPEXTM is a new product that was developed to empower women to defend themselves against rapists. RAPEXTM is a device used by women to prevent rape and to identify the rapist. The RAPEXTM prototype was launched on 31 August 2005, at Kleinmond, Cape Province, South Africa.

La foto di quello che in inglese viene definito device (dispositivo) non ha bisogno di spiegazioni e nel sito sono consultabili le FAQ. A mio modesto avviso dovrebbe essere reso disponibile come arma di difesa e regolamentato da una legge. Non si sa mai che un ex-moglie ti propone una sveltina e ti trovi un’accusa di stupro e Willy trafitto. Solo i preliminari potrebbero evitare il peggio ad un innocente e, i preliminari, si sa non sono praticati da uno stupratore. Quindi è ragionevole osservare che dovrebbe “colpire” solo i violentatori.

Un’ultima osservazione: il dolore inferto al maniaco sessuale sarebbe così forte da far sì che il medesimo sia impossibilitato a sfogare la propria ira sulla vittima? Penso possa dipendere dalla soglia di sopportazione del dolore dell’aggressore. E poi ci sono stati casi di violenza sessuale nei quali la vittima è stata comunque e purtroppo poi uccisa. Quindi ben venga un “dispositivo” che pone in uno stato di inferiorità questi subumani che considerano la donna come una cosa per sfogare i più bassi istinti (che bassi non sono se correlati a situazioni nelle quali c’è la volontarietà dell’atto). Mi viene da pensare che potrebbe dare il tempo alla vittima di poter fuggire. E lasciare un “ricordino” a chi pensa di poter essere padrone del corpo altrui…

No Facebook? No party…

facebook

Dopo un periodo di lontananza dal blog ho deciso di ripresentarmi a voi con un tema un po’ più leggero: Facebook. Lo scopo principale, all’inizio, di Facebook era di far mantenere i contatti tra studenti di università e licei di tutto il mondo. Ora (e in Italia c’è stato un vero e proprio boom) questa social network coinvolge (più o meno) “tutti” gli utenti di internet. Cercando di capirne di più, ovviamente, mi sono iscritto e ho continuato a fare ricerche sul fenomeno del momento che prende il nome dall’annuario  che alcuni college americani pubblicano con le schede e le foto degli studenti ad inizio anno scolastico.  

Wikipedia ci fa notare che il sito conta attualmente oltre 100 milioni di utenti in tutto il mondo ed è valutato più di 16 miliardi di dollari. Mi sa tanto che rientra nelle cosidette killer-application. Per farvi un esempio anche gli sms rientrano nelle k-a. E, stranamente, dove è coinvolto il bisogno, la necessità di stare assieme, comunicare unilateralmente o meno allora il mezzo può diventare una k-a. Tempo fa i blog (perché tutti vogliono dire qualcosa – più o meno importante).  Poi gli “space” dove l’austerità del blog veniva meno ed infatti alcuni sono sconsigliati per chi ha problemi alla vista e per chi non capisce lo slang da cellulare (nn per non, xché per perché, ecc).266px-Facebook.svg E ora Facebook che permette un interagire, una comunicazione immediata: una piazza virtuale. Ci si incontra, ci si danno appuntamenti, si condividono foto e video e così via. E si ritrovano vecchi amici che pensavi scappati in Messico, vecchie fiamme, primi amori ormai felicemente sposati con figli, ecc. Sono contento per il fondatore (e un po’ lo invidio) e non penso che all’inizio pensasse che la sua idea sarebbe stata la sua fortuna, voglio però sottolineare che, al solito (e come già affermato da tanti altri prima di me), dalla necessità di comunicare e dalla paura della solitudine e del non essere accettati, qualcuno  ci ha fatto un business. Un grosso business…

lunedì 10 novembre 2008

Kristallnacht - German pogrom of 1938

Penso sappiate tutti cos’è successo nel 1938 tra il 7 ed il 10 novembre. Fu la notte (le notti) dei cristalli. Condannabile senza dubbio. Ma cosa ha portato quel regime ad agire così? Provate a fare un’analisi storica del periodo e comunque non arriverete neppure lontanamente a giustificare quel tragico evento. Ma provate ad immedesimarvi nell’operaio tedesco oberato dai debiti contratti con gli usurai (e chi fossero si sa benissimo) e forse pur condannando il gesto potrete capire che da cosa nasce cosa… Dal male…

domenica 9 novembre 2008

Perché piace Obama.

Perché  piace Obama? Obama piace, e fin troppo, perché è l’incarnazione del sogno americano. Se leggete la sua biografia (più o meno ritoccata) non potete non pensare che gli Stati Uniti d’America sono il paese dove se si hanno i numeri puoi anche diventare presidente. Anche se sei nero in un paese dove il razzismo c’è. Anche se sei un emerito sconosciuto che ha, come dicevo prima, tutti i requisiti ed è giusto che sfondi. Ma quanto è costata la campagna elettorale di Barack? Tantissimo. E tantissime sono state le donazioni dei piccoli e grandi sostenitori (per le cifre leggi questo articolo). Tra i grandi sostenitori c’erano anche chi ha in mano l’economia (cioè le corporate e le grosse banche)? Se questi centri di potere sono stati neutrali si può chiudere la riflessione altrimenti se non lo sono stati cosa vogliono, vorranno in cambio? Perché qualcosa vorranno in cambio, forse qualcosa di tangibile forse no. Le domande ci sono e ci stanno tutte. La lobby delle armi sarà d’accordo con il classico disimpegno dei democratici – quando possibile – dalla solita guerra in corso ma soprattutto le banche saranno d’accordo al piano di salvataggio della middle class annunciato da Obama? Se non ci perderanno forse sì. Come sarà accondiscendente la congrega di venditori di armi ed affini se il loro volume di affari non diminuirà. Il piano per venire incontro ad una classe media che sta scivolando (come da noi in Italia) verso il basso può apparire come meritoria ma significa, vedendola come la vedrebbero i banchieri, solo la salvaguardia del bacino d’utenza alla quale poter vendere prodotti e servizi (e conservare i consensi e la stabilità sociale). Aver appoggiato la vittoria di Obama significa presentarsi al mondo con un volto nuovo e con propositi a misura d’uomo (quello americano) che possono propagarsi in tutto l’occidente. Non so quanto credito possano avere le voci di una posizione particolarmente avversa da parte della fazione più integralista del mondo ebraico americano. Ci sono. Ma bisogna vedere se create ad arte o meno. In pratica se sono solo voci o se oltre al fumo c’è anche l’arrosto. Cosa riserva il destino a quest’uomo? Spero solo che non debba essere quello della vittima sacrificale…

venerdì 7 novembre 2008

Chi ha ucciso Obama?