domenica 27 aprile 2008

L'orrore, la guerra, il terzo mondo. L'ittiosi uccide

Attenzione! La visione di questo filmato è sconsigliata a persone facilmente impressionabili o particolarmente sensibili. L'unico commento che posso fare è questo: ma l'umanità riesce a dormire tranquillamente senza pensare che forse è possibile fare qualcosa?

sabato 26 aprile 2008

Kuwait City | Al-Amiri Hospital


Al-Amiri Hospital, inserito originariamente da Mink.

Non so se è questo l'ospedale di Kuwait City dove gli iracheni strapparono i bambini dalle incubatrici. So soltanto che la vicenda dei poveri bimbi era una bufala creata ad arte per ottenere il consenso dell'opinione pubblica americana ed internazionale per creare un blocco unito contro l'Iraq.

Al momento della sua diffusione, la storia venne largamente creduta e non vi fu alcuna smentita fino alla fine della guerra. Da allora, alcuni giornalisti e organizzazioni umanitarie hanno svolto delle indagini, giungendo alla conclusione che si trattava di un falso. Il fatto venne considerato gravissimo negli ambienti stessi delle pubbliche relazioni, eppure parte del pubblico crede ancora che sia vero.

"La testimonianza più commovente del 10 ottobre fu quella di una ragazzina kuwaitiana di 15 anni, identificata soltanto per nome, Nayirah. Secondo l'Assemblea, il cognome di Nayirah restava riservato per evitare ritorsioni irachene contro la sua famiglia che si trovava nel Kuwait occupato. Singhiozzando, la ragazzina descrisse ciò che aveva visto con i suoi occhi in un ospedale di Kuwait City. La trascrizione della sua testimonianza venne diffusa in un kit informativo del Citizens for a Free Kuwait. "Ero volontaria all'ospedale al-Addan", raccontò Nayirah. "Mentre ero lì, ho visto i soldati iracheni entrare nell'ospedale con i fucili e dirigersi nelle camere dove si trovavano i bambini nelle incubatrici. Hanno tolto i bambini, hanno portato via le incubatrici e li hanno lasciati morire sul pavimento gelido." Continuò affermando che questo era accaduto a "centinaia" di bambini.

Passarono tre mesi dalla testimonianza di Nayirah all'inizio della guerra. Durante questi mesi, la storia dei bambini tolti dalle incubatrici veniva ripetuta in continuazione. La raccontò il Presidente Bush. Fu raccontata durante le testimonianze al Congresso, nei talk show in TV, alla radio e al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Amnesty International riporto' la denuncia in un rapporto sui diritti umani del dicembre 1990, dichiarando che "oltre 300 neonati prematuri sarebbero deceduti dopo essere stati tolti dalle incubatrici portate via dai soldati iracheni".
"Di tutte le accuse mosse contro il dittatore", osservò MacArthur, "nessuna ebbe più impatto sull'opinione pubblica americana di quella secondo cui i soldati iracheni avrebbero tolto 312 neonati dalle incubatrici lasciandoli morire sul pavimento gelido dell'ospedale di Kuwait City".
All'Assemblea sui diritti umani, tuttavia, la Hill & Knowlton e il deputato Lantos non avevano detto che Nayirah era un membro della famiglia reale kuwaitiana. Infatti suo padre e' Saud Nasir al-Sabah, l'ambasciatore del Kuwait negli Stati Uniti, anch'egli presente nell'aula dell'assemblea durante la testimonianza. L'Assemblea non rivelò inoltre che il vice presidente della Hill & Knowlton, Lauri Fitz-Pegado, aveva istruito Nayirah per la testimonianza.

Anche questa è guerra ed operazioni del genere le chiamano psyop e si sono viste da quando è nato l'uomo e di conseguenza la guerra. Per avere una visione d'insieme visitate questa pagina (le parti del testo in grassetto sono tratte, appunto, dal documento linkato) oppure leggetevi VENDERE LA GUERRA (La propaganda come arma d'inganno di massa) Sheldon Rampton, John Stauber - Nuovi Mondi Media

mercoledì 23 aprile 2008

15 anni...

Al 2 luglio p.v. saranno esattamente passati quindici anni dalla cosiddetta Battaglia del Pastificio. Riporto integralmente il testo (da Wikipedia) che descrive l'avvenimento e vi invito a leggere i link segnalati. Rispetto a Wikipedia alcune immagini potrebbero non essere presenti perché coperte da copyright. L'indirizzo della pagina è il seguente: it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_del_pastificio

Battaglia del pastificio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Un soldato italiano su un ponte a Beled Weyne nel 1993
Un soldato italiano su un ponte a Beled Weyne nel 1993

La battaglia del pastificio, talvolta chiamata anche battaglia del Checkpoint Pasta, venne combattuta dagli italiani a Mogadiscio in Somalia.


Premesse

Il 2 luglio 1993, durante l'operazione denominata "Canguro 12" decisa dal Comando ITALFOR, forze italiane divise in due colonne meccanizzate effettuarono un rastrellamento alla ricerca di armi del quartiere Haliwaa, a nord di Mogadiscio, verso vari obiettivi vicini all'ex Pastificio distrutto, vicino al quale era stato costituito un posto di blocco denominato appunto Pasta. Secondo alcune ricostruzioni il vero scopo dell'operazione doveva essere la cattura di Aidid, ma nessuna conferma ufficiale è mai stata data dalle autorità italiane [1].

Il rastrellamento

Le due colonne, rispettivamente Alfa e Bravo, provenivano la prima dalla zona del Porto Vecchio di Mogadiscio e la seconda dalla città di Balad, altro importante presidio italiano durante la missione situato a circa venti km da Mogadiscio.

Terminata l'operazione di rastrellamento, le due colonne ripresero la via del ritorno. In seguito a gravi disordini scoppiati nella zona, con larga partecipazione da parte della popolazione locale a cui erano mischiati cecchini, la situazione precipitò al punto da rendere necessario richiedere rinforzi da parte della colonna Bravo, che si trovava in prossimità del Pastificio lungo la via Imperiale.

L'imboscata

Alcuni mezzi blindati italiani VCC-1, fermatisi di fronte a barricate erette dai somali, vennero immobilizzati con razzi anticarro mentre le strade circostanti venivano bloccate con altre barricate da parte dei miliziani somali; in uno di questi, colpito alla gamba dal razzo, morì il parà Pasquale Baccaro, mentre altri due membri dell'equipaggio rimasero feriti. Venne deciso quindi l'intervento di soccorso della colonna Alfa, quasi arrivata alla base, dotata di carri M60 e blindo pesanti Centauro con cannoni da 105mm, che però non avevano l'autorizzazione ad usare per il rischio di colpire i civili, e l'ulteriore appoggio di elicotteri Mangusta ed AB-205; gli equipaggi dei blindati, non potendo usare i cannoni, cercarono di proteggere gli altri veicoli ed i compagni feriti con le mitragliatrici, mentre si tentava di rimettere in moto uno dei veicoli immobilizzati e gli uomini appiedati rastrellarono le vicinanze; durante questa azione venne colpito a morte il sergente incursore Stefano Paolicchi.

Solo in due occasioni venne utilizzato l'armamento pesante: un numero non precisato di M60 aprì il fuoco contro dei container che servivano da scudo ai miliziani provocando grandi perdite, e un elicottero da attacco Mangusta colpì con un razzo da 81 mm un veicolo italiano catturato dai somali, mandandolo in pezzi. Questo, tra le altre cose, può essere considerato come il battesimo del fuoco di questo mezzo.

Tra gli uomini della colonna di soccorso, il sottotenente Andrea Millevoi, capo di una colonna di blindo Centauro, venne colpito da un cecchino mentre si sporgeva dal suo mezzo per dirigere il fuoco della mitragliera da 12,7 mm; l'arrivo dei nuovi mezzi corazzati permise ai soldati sotto il fuoco di sganciarsi, con miliziani che sparavano dalla folla vociante facendosi scudo di donne e bambini.

Bilancio

Il conto di questa giornata di combattimenti in quella che doveva essere una missione di pace fu di tre caduti:

vi furono inoltre 36 feriti da parte italiana ed un numero imprecisato di miliziani e civili somali morti o feriti. Tra i feriti, l'allora sottotenente Gianfranco Paglia, paracadutista, che durante l'azione fu colpito da tre pallottole mentre cercava di portare in salvo l'equipaggio di uno dei blindati immobilizzati. Gianfranco Paglia, cui è stata conferita la medaglia d'oro al valor militare per l'azione compiuta, pur avendo perso l'uso delle gambe, è rimasto in servizio.

Data la vastità e la organizzazione della reazione da parte dei miliziani, sono state fatte nel quadro di una analisi approfondita supposizioni relative ad una imboscata orchestrata in seguito ad una fuga di notizie, nata all'esterno del contingente italiano; nessun riscontro ufficiale è disponibile a quella che rimane una illazione, per quanto credibile.[citazione necessaria]

Note

Fonti

domenica 20 aprile 2008

Visibilità prossima allo zero.

Il nostro Paese, l'Italia, è un paese democratico. Come in tutte le democrazie siamo liberi di parlare e non essere d'accordo con chi la pensa diversamente da noi. L'Italia è un paese che fa' parte del gruppo dei paesi più industrializzati al mondo. Abbiamo internet, le autostrade, i telefoni cellulari. Diciamo pure che viviamo meglio che in Romania (per ora) ma peggio rispetto ad altri paesi europei e d'oltreoceano. Ok. Punto. Il bello di un blog come questo è presto detto. E' nato da pochissimo. Non è pubblicizzato. E' il classico blog invisibile. Nato semplicemente per scrivere considerazioni a volte un po' controcorrente, a volte no. Commentando sulla politica di destra e di sinistra. Commentando su tutto senza dover essere di parte. Prima o poi affronterò anche il discorso religione, forse. Sempre da osservatore neutrale. Penso che potrei fare un semplice copia & incolla dal blog del Ciacci visto che in fondo anche lui, essendo ateo, osserva con neutralità credenti e non credenti. E giustamente, a mio avviso, mette in evidenza le incoerenze delle religioni e, se necessario, scrive anche su quell'ateismo, diciamo così, asservito alle logiche del potere e quindi sempre cauto a non infastidire le "corporazioni religiose" . Sì, perché ci sono i cosiddetti materialisti, fondamentalmente (o apparentemente) atei che vanno in crisi quando si parla di Padre Pio. Tornando al discorso iniziale, essendo questo un blog che è la classica goccia nel mare di internet , il sottoscritto si può permettere di pubblicare od ospitare anche le voci "contro". Non sempre essere un singolo in mezzo alla folla può essere negativo. Ti permette delle libertà impagabili pur rimanendo nel rispetto delle libertà altrui. Il video che segue è interessante. Parla dei dubbi legati ai fondi raccolti per una manifestazione che ha dato comunque un segnale alla classe politica. Guardatelo e fate le vostre debite conclusioni. Buona visione!


mercoledì 16 aprile 2008

La Marionetta


Marionette, inserito originariamente da poppinsgarden.

" Se per un istante Dio si dimenticasse che sono una marionetta di stoffa e mi facesse dono di un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto ciò che penso, ma penserei a tutto ciò che dico.

Valuterei le cose, non per il loro valore, ma per ciò che significano. Dormirei poco, sognerei di più, essendo cosciente che per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce.

Andrei avanti quando gli altri si ritirano, mi sveglierei quando gli altri dormono.

Ascolterei quando gli altri parlano e con quanto piacere gusterei un buon gelato al cioccolato.
Se Dio mi desse un pezzo di vita, mi vestirei in modo semplice, e prima di tutto butterei me stesso in fronte al sole, mettendo a nudo non solo il mio corpo, ma anche la mia anima.

Dio mio se avessi un cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l’arrivo del sole. Sulle stelle dipingerei una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh e una canzone di Serrat sarebbe la serenata che offrirei alla luna.

Annaffierei le rose con le mie lacrime per sentire il dolore delle loro spine e il rosso bacio dei loro petali.

Dio mio se avessi un pezzo di vita, non lascerei passare un solo giorno senza dire alle persone che amo, che le amo. Direi ad ogni uomo e ad ogni donna che sono i miei prediletti e vivrei innamorato dell’amore.

Mostrerei agli uomini quanto sbagliano quando pensano di smettere di innamorarsi man mano che invecchiano, non sapendo che invecchiano quando smettono di innamorarsi!

A un bambino darei le ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la dimenticanza.

Ho imparato così tanto da voi, Uomini… Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata.

Ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito del padre nel suo piccolo pugno, l’ha catturato per sempre.

Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare dall’alto in basso un altro uomo solo per aiutarlo a rimettersi in piedi.

Da voi ho imparato così tante cose, ma in verità non saranno granchè utili, perchè quando mi metteranno in questa valigia, starò purtroppo per morire.

Dì sempre ciò che senti e fa’ ciò che pensi.

Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti guardo mentre ti addormenti, ti abbraccerei fortemente e pregherei Dio per poter essere il guardiano della tua anima.

Se sapessi che oggi è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei, ti darei un bacio e ti chiamerei di nuovo per dartene altri.

Se sapessi che oggi è l’ultima volta che sento la tua voce, registrerei ogni tua parola per poterle ascoltare una e più volte ancora.

Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti che ti vedo, direi “ti amo” e non darei scioccamente per scontato che già lo sai.

Sempre c’è un domani e la vita ci dà un’altra possibilità per fare le cose bene, ma se mi sbagliassi e oggi fosse tutto ciò che ci rimane, mi piacerebbe dirti quanto ti amo, che mai ti dimenticherò.

Il domani non è assicurato per nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l’ultima volta che vedi chi ami. Perciò non aspettare oltre, fallo oggi, perchè se il domani non arrivasse, sicuramente compiangeresti il giorno che non hai avuto tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio e che eri troppo occupato per regalare un ultimo desiderio.

Tieni chi ami vicino a te, digli quanto bisogno hai di loro, amali e trattali bene, trova il tempo per dirgli “mi spiace”, “perdonami”, “per favore”, “grazie” e tutte le parole d’amore che conosci.

Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi a Dio la forza e la saggezza per esprimerli. Dimostra ai tuoi amici e ai tuoi cari quanto sono importanti. "


Johnny Welch

Ascolta il testo - in lingua spagnola - dal sito de "IlNarratore.com"

domenica 13 aprile 2008

Onore ai caduti...

Se cercate su Google informazioni a riguardo sulla presenza italiana a Nassirya, se non siete già informati sui probabili motivi, potreste avere qualche sorpresa. Questo post non vuole entrare in merito a tutto ciò ma vuole solo rendere onore ai caduti. Vuole anche sottolineare che, a quasi cinque anni dall'episodio dove hanno perso la vita quattordici militari italiani, il ricordo è sempre vivo. La speranza è che non si debba mai più scrivere o leggere di caduti per la patria. Sperando che non siano morti per interessi che poco hanno a che vedere con onore, patria, democrazia e libertà...



sabato 12 aprile 2008

Super Partes

In questi ultimi post ho voluto riportare alla vostra attenzione, sempre che ce ne fosse bisogno, alcuni personaggi che hanno fatto la storia dell'Italia e del mondo. Fare la storia nel senso che hanno cambiato, a volte solo in minima parte, quello che sarebbe stato non tanto il loro futuro ma quello di chi sarebbe a loro sopravvissuto. Montanelli per gli insegnamenti che ha lasciato e per la sua integrità (come controprova di quanto si dice e cioé che fosse un fascista; un liberal sì, un fascista no). Pinelli perché è un martire del suo tempo. Almirante perché se uno è della destra italiana soltanto a lui dovrebbe rifarsi e non alle mezzecalzette di oggidì. Berlinguer perché era uno che ci credeva (e non come la sinistra dei ravanelli di oggi - come i ravanelli, rossi di fuori e bianchi dentro). Mussolini perché, se avete ascoltato (più che guardato) il video capirete, era un dittatore che a modo suo amava gli italiani e gli italiani più che amarlo hanno solo sfruttato ciò che il suo regime poteva dare. Che Guevara perché è la dimostrazione che i miti non muoiono mai e che anche la sinistra a lasciato morire i suoi figli. E queste visioni e questi accostamenti apparentemente sconclusionati sono possibili e concepibili solo se si cerca di stare al di sopra di ideologie e politica. Cercando di vedere l'uomo ed il suo procedere, il suo pensiero. E basta. Se ci si riesce ecco che nasce l'uomo nuovo, l'uomo che coglie solo il lato buono di questa umanità ancora adolescente, l'uomo che sta sopra le parti. Super Partes, appunto...

TRIBUTO A CHE GUEVARA!


C'è, in un'isola lontana, una favola cubana
che vorrei tu conoscessi almeno un po'
C'è un'ipotesi migliore, per cui battersi e morire
e non credere a chi dice di no
perché c'è

C'è un profumo inebriante che dall'Africa alle Ande
ti racconta di tabacco e caffè

C'è una voce chiara ed argentina, che fu fuoco e medicina
come adesso è amore e rabbia per me

C'è, tra le nuvole di un sigaro, la voce di uno zingaro
che un giorno di gennaio gridò

C'è, o almeno credo ci sia stato, un fedelissimo soldato
che per sempre quella voce cercò

e che diceva

Venceremos adelante
o victoria o muerte
Venceremos adelante
o victoria o muerte

C'è, se vai ben oltre l'apparenza, un'impossibile coerenza
che vorrei tu ricordassi almeno un po'

C'è una storia che oramai è leggenda, e che potrà sembrarti finta
e invece è l'unica certezza che ho

C'erano dei porci in una baia, armi contro la miseria
solo che quel giorno il vento cambiò

C'era un uomo troppo spesso solo, e ora resta solo un viso
che milioni di bandiere guidò

e che diceva

Venceremos adelante
o victoria o muerte
Venceremos adelante
o victoria o muerte

L'america ci guarda
non proprio con affetto
apparentemente placida ci osserva

ma in fondo, in fondo, io, io sospetto
che l'america, l'america ha paura
altrimenti non si spiega come faccia
a vedere in uno stato in miniatura
questa orribile minaccia

por esto

Venceremos adelante
o victoria o muerte
Venceremos adelante
o victoria o muerte

Cohiba - Daniele Silvestri, Il Dado / 1996

venerdì 11 aprile 2008

Mussolini: l'ultima intervista

martedì 8 aprile 2008



"Compagni, proseguite il vostro lavoro... casa per casa... strada per strada...". Enrico Berlinguer pronuncia le sue ultime parole con la voce fioca, spezzata, un fazzoletto bianco premuto sulla bocca. Il segretario del Pci, colpito da un ictus, crolla, pallido come un cencio, sul palco di Piazza della Frutta, dove sta tenendo un comizio per la campagna elettorale delle elezioni europee. Berlinguer comincia a morire alle dieci e mezza di una sera fredda, di vento, sotto qualche goccia di pioggia, mentre un maxi schermo trasmette il suo dramma ai cinquemila della piazza. Era giovedì 7 giugno 1984... (Video inserito su YouTube da fabiofgci)

Giorgio Almirante: ...Avete detto... La libertà...

Tributo a Giuseppe Pinelli


P.zza Fontana: gli anarchici secondo Indro Montanelli

Battle For Fallujah - Empire strikes back...

domenica 6 aprile 2008

Arrivederci Charlton Heston!


planet fo the apes, inserito originariamente da planetoftheapes68.

Per chi non ha visto il film l'immagine che vedete potrebbe non significare nulla o ben poco. Per gli appassionati del genere sci-fi invece è la scena finale del primo episodio della trilogia de Il pianeta delle scimmie. Ho voluto ricordare così Charlton Heston.

Chi era?

Heston nacque con il nome di John Charles Carter ad Evanston (Illinois) il 4 ottobre 1924, da Lila Charlton e Russell Whitford Carter, un operaio. All'età di dieci anni, i suoi genitori divorziarono. Poco tempo dopo, sua madre sposò Chester Heston. La nuova famiglia si spostò nell'agiata Wilmette, Illinois, un sobborgo a nord di Chicago. Heston (questo il suo nuovo cognome) frequentò la New Trier High School. Divenne famoso nel mondo del cinema per aver interpretato nella sua lunga vita da attore ruoli quali Mosè nel film I dieci comandamenti, il Colonnello George Taylor nel Il pianeta delle scimmie, e Judah Ben-Hur in Ben-Hur. È stato impegnato in politica e fu presidente della National Rifle Association dal 1998 al 2001 e fu eletto nel consiglio di amministrazione dal 2001 al 2003. È morto il 5 aprile 2008, a 83 anni, nella sua casa di Beverly Hills, in California; nel 2002, proprio lui rese noto di essere affetto dal morbo di Alzheimer.





sabato 5 aprile 2008

Depressione


Depression, inserito originariamente da Myles Smith.

Ritengo le due canzoni dei post precedenti di una bellezza struggente. Il volerle postare è semplicemente legato a ciò che vedo intorno a me. Anche se sono un osservatore neutrale è difficile rimanere insensibili. Una delle prime regole della vita è il cercare il più possibile di estraniarsi dagli altrui affanni. Bastano i propri. Quando il peso della vita diventa insostenibile ecco che si pensa a trovare la scorciatoia così bene descritta dal Guccini. La canzone del compianto Graziani invece è una bellissima istantanea di uno scorcio di vita che può diventare canzone o poesia e può esser vera o nascere da qualche cassetto della memoria aperto dall'ispirazione dell'uomo. La ballata degli annegati è una verità nascosta ma insita in tutti noi. Che abbiamo visto
i nostri cari andarsene. Che abbiamo visto morire amici e sconosciuti. E che abbiamo detto a noi stessi, a volte, "meglio a loro che a noi", a volte, "non doveva toccare a loro, ma a me, che almeno ho vissuto". Anche gli osservatori neutrali sono persone comuni, piangono anche se oramai anestetizzati dalle brutture del mondo. Ed il loro è un pianto sordo. Vivono e muoiono. Sanno che la felicità è merce rara, che tutti gli attimi devono essere vissuti come se fossero gli ultimi. Sanno che quello che conta è ridere su tutto. Anche sulla morte. Anche per tener su il morale degli altri. Anche per non decidersi mai a voler ballare la ballata degli annegati...

Lugano addio .... cantavi


Lugano addio .... cantavi, inserito originariamente da Giulio Bassi.

Lugano addio .... cantavi

Le scarpe da tennis bianche e blu
seni pesanti e labbra rosse
e la giacca a vento.
Oh, Marta io ti ricordo così
il tuo sorriso e i tuoi capelli
fermi come il lago.
Lugano addio, cantavi
mentre la mano mi tenevi
canta con me tu mi dicevi ed io cantavo
di un posto che non avevo visto mai.
Tu, tu mi parlavi di frontiere
di finanzieri e contrabbando
mi scaldavo ai tuoi racconti
e,mio padre si, tu mi dicevi
quassù in montagna ha combattuto
poi del mio mi domandavi.
Ed io pensavo a casa
mio padre fermo sulla spiaggia
le reti al sole, i pescherecci in alto mare
conchiglie e stelle
le bestemmie e il suo dolore.
Oh, Marta io ti ricordo così
il tuo sorriso e i tuoi capelli
fermi come il lago.
Lugano addio, cantavi
mentre la mano mi tenevi
addio cantavi
e non per falsa ingenuità
tu ci credevi
e adesso anch'io che sono qua.
e adesso anch'io che sono qua

(Ivan Graziani)

Il fiume...


Il fiume Panaro, inserito originariamente da vecchio_lupo.

Il fiume racconta leggende mentre veloce va al mare,
le narrano piano le onde e i pioppi le stanno a ascoltare.
Non tutti le posson sentire, bisogna esser stanchi del mondo,
gettarsi nell'acqua e morire, dormire per sempre sul fondo.

Ascolta !
Le sue parole d'amore nell'acqua ora sono sincere,
da quando tu dormi qua sotto hai sognato che mai, mai lui ti ha lasciato.

Bisogna venirci di sera con l'animo oppresso dal pianto
per sentire la nenia leggera di un triste e di un lugubre canto.
Chi sei? Il mio nome era Gianni, nuotavo a vent'anni appena,
ma qui avrò sempre vent'anni. E tu? Mi prese una piena
su a monte, non fui mai trovato.E tu? Da solo una sera,
per me era peso il passato e l'acqua sembrava leggera.

Riposa,
dimentica quello che è stato, il tempo quaggiù s'è fermato
ormai tu non puoi che dormire e ascoltare le storie del fiume che va verso il mare.

Il fiume racconta leggende mentre veloce va al mare,
le ascoltano gli annegati e al vento le fanno cantare,
e al vento le fanno cantare, e al vento le fanno cantare...

Francesco Guccini - La Ballata Degli Annegati [Folk Beat N. 1 - 1967]

giovedì 3 aprile 2008

L'Osservatore Neutrale (ed alieno)

Nel blog del Ciacci ho scovato questo post d'annata (2004) che mi ha particolarmente incuriosito fino a spingermi all'acquisto del libro citato più avanti. Per evitare la fatica di scrivere qualcosa di mio (che, sostanzialmente, differirebbe solo nella forma ma non nel contenuto) vi riporto il post originale. Il protagonista del breve aneddoto riportato dal libro è un osservatore. Un osservatore che ha anche il vantaggio di non essere terrestre e quindi insindacabilmente super partes. Buona lettura!


Riporto un brano tratto da "Il giorno del giudizio è già cominciato" di E. von Daniken (Ed. Corbaccio): «...poiché nella loro illogica e sconfinata esaltazione chiunque non appartenga alla loro religione è un infedele, e quindi non è un figlio di Dio, per loro non ha alcuna importanza sul piano morale se qualcuno gli uccide...». Queste parole sono pronunciate da un personaggio di fantasia, Yaxlippo, un alieno inviato per analizzare usi e costumi, religione, ecc. dei terrestri. Verità lapalissiane. Ma guai a sentircelo dire... Yaxlippo (von Daniken) prosegue: «E quindi (anche questo è inconcepibile per il nostro modo di pensare) scatena guerre in nome del proprio Dio o Redentore. Naturalmente gli uomini si prestano a questo solo fin quando credono alla religione in questione; e per ottenere questo risultato, i cittadini di interi stati vengono tenuti in stato di ignoranza ... Alcuni uomini venerano con rispetto una pietra sacra, altri si inginocchiano a grandi sculture con una grossa pancia ... o trasportano per le strade un effige di una donna cantando e pregando. La maggior parte degli abitanti della Terra adora un cadavere che pende da una croce di legno sostenendo che sia il figlio del loro Dio Supremo...». Un birbaccione questo Yaxlippo. Però tramite lui von Daniken ci fa' riflettere. A Voi no?