lunedì 26 maggio 2008

Tanto per specificare...

Dopo il precedente post e  per essere coerente con il mio nickname vi propongo quanto segue. La fonte è la solita Wikipedia. L'argomento è il campo di concentramento.

Campi del Regno Unito

La prima applicazione moderna, sistematica dei campi di concentramento, avviene da parte del Regno Unito, durante la seconda guerra boera, fra il 1900 e il 1902, quando il comandante britannico Horatio Kitchener li utilizzò per avere ragione della guerriglia. Egli diede ordine di distruggere tutte le fattorie che rifornivano i soldati boeri e quindi ne fece deportare gli abitanti, in genere donne e bambini, in campi di concentramento. Intere famiglie vennero rinchiuse in campi di concentramento, dove si moriva lentamente per epidemie e per fame. L'uso dei campi di concentramento ebbe un ruolo non secondario nel garantire la vittoria all'esercito britannico. Alla fine della guerra si conteranno non meno di 26.000 donne e bambini boeri morti nei campi di concentramento britannici, a cui vanno aggiunte le vittime della popolazione nera che viveva nelle fattorie boere, che seguirono la sorte dei loro padroni nei campi di concentramento.

Campi dell'Unione Sovietica

  Per approfondire, vedi la voce Gulag.

Nel 1917 Lenin annunciò che tutti i "nemici di classe", anche in assenza di prove di alcun crimine contro lo Stato, non potevano essere fidati e non dovevano essere trattati meglio dei criminali. Dal 1918, vennero ristrutturate le attrezzature di detenzione in campi, quali ampliamento e riassetto dei precedenti campi di lavoro forzato della Russia Imperiale.

Negli anni '20, il partito comunista aveva adottato i campi di concentramento per internare dissidenti, nemici del regime e persone non politicamente affidabili. Nelle terribili purghe degli anni '30, fu fatto un intenso uso dei campi, organizzati nel sistema Gulag, narrato da Aleksandr Solženicyn nel suo libro Arcipelago Gulag.

Il sistema rimase attivo fino al 1970 circa, anche se dopo il terrore staliniano con l'ammorbidirsi delle opinioni all'interno del partito comunista le condizioni di prigionia migliorarono.

Il termine Gulag è diventato nell'uso corrente sinonimo di "campo di concentramento sovietico" ma è in realtà una sigla che identifica il sistema organizzativo ("Glavnoye Upravleniye LAGerey" cioè "direzione generale dei lager").

Il regime comunista fece uso molto esteso dei campi.
Il numero complessivo di detenuti fra il 1929 e il 1953 è valutato provvisoriamente a circa 18 milioni.
Il numero di morti è valutato provvisoriamente a 2.749.163.
Le esecuzioni per motivi politici valutate provvisoriamente a 786.098.
I Kulaki (contadini benestanti) morti durante la collettivizzazione sono valutati provvisoriamente a circa 600.000

Campi dell'Italia fascista

Il Regno d'Italia di Benito Mussolini, durante la guerra di riconquista della Libia, fra il 1930 e il 1934, deportò oltre 80.000 seminomadi in campi di concentramento lungo la costa desertica della Sirte, in condizioni di sovraffollamento, sottoalimentazione e mancanza di igiene che ne portarono circa la metà alla morte nei tre anni seguenti - in assenza di documentazione specifica, dobbiamo rifarci alle cifre generali dei censimenti italiani.

 Per approfondire, vedi la voce Lista dei campi per l'internamento civile nell'Italia Fascista.

L'internamento dei giapponesi americani (1942)

A seguito dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, Franklin Delano Roosevelt autorizzò (Executive Order 9066) nel febbraio 1942 l'internamento in campi dedicati degli individui di origine giapponese residenti nella zona militare del Pacifico, indipendentemente dalla cittadinanza. Se le motivazioni addotte furono quelle di sottrarre la riconoscibile minoranza giapponese all'isteria collettiva seguita all'attacco a sorpresa dell'impero giapponese, lo scopo reale era l'allontanamento di potenziali spie dalla costa occidentale, in cui si stava organizzando il contrattacco. 117.000 persone, due terzi cittadini americani, donne e bambini inclusi, furono deportati nei campi di Tule Lake (California), Minidoka (Idaho), Manzanar (California), Topaz (Utah), Jerome (Arkansas), Heart Mountain (Wyoming), Poston (Arizona), Granada (Colorado) e Rohwer (Arkansas).

Campi della Cina comunista

 Per approfondire, vedi la voce Laogai.

Alcune fonti, e in particolare ex detenuti, chiamano "campi di concentramento" i "campi di riforma attraverso il lavoro" (劳动改造场所, laodong gaizao changsuo) della Repubblica Popolare Cinese, più noti come Laogai. Come nel caso di Guantanamo, quest'uso è più legato al significato peggiorativo di "campo di concentramento" come "luogo di violazione dei diritti umani" che al significato ordinario dell'espressione.

Campi della Germania nazista

 Per approfondire, vedi le voci Lista dei campi di concentramento nazisti, Regolamento dei campi di concentramento nazisti, Lager, Campo di sterminio e I giorni senza fine.

Durante la seconda guerra mondiale, fra il 1940 ed il 1945, la Germania nazista fece uso su vasta scala dei campi di concentramento (i Konzentrationslager, o KZ, i primi istituiti già nel 1933 al posto delle Case di lavoro previste dalla Costituzione di Weimar come strumento di aiuto ai più bisognosi) e dei campi di sterminio, per detenere ebrei, zingari, omosessuali e dissidenti politici e sterminarli sistematicamente.

Alcuni sopravvissuti sono diventati scrittori e hanno raccontato la vita dei lager nei loro romanzi, tra questi l'italiano Primo Levi in Se questo è un uomo e in La tregua e l'ungherese Premio Nobel per la letteratura Imre Kertész in Essere senza destino.

Il campo di concentramento nazista per antonomasia, ma non l'unico, è considerato quello di Auschwitz.

Auschwitz, il più conosciuto campo di concentramento nazista

All'interno del lager nazista, la baracca (in tedesco: Block) era, generalmente, l'edificio adibito a dormitorio dei deportati. Vi erano diverse tipologie di baracche, sia per dimensioni e/o per materiali con cui erano state costruite (potevano essere in legno o in muratura), sia per lo scopo cui venivano adibite.

Fra le varie tipologia di baracca si ricordano: ricoveri per i deportati, baracche di quarantena, infermeria, infermeria speciale (chiamata anche blocco della morte, era riservata ai deportati destinati ad essere soppressi entro breve tempo), lavanderia, cucina, edificio del carcere, camere a gas, forni crematori, locali adibiti alle esecuzioni capitali ed alle torture, locali adibiti agli esperimenti su esseri umani, officine, baracche dei sorveglianti, edifici degli uffici interni.

I deportati erano rinchiusi nelle baracche tutte le sere ed anche durante il giorno, in occasione di quelle operazioni di eliminazione che le SS volevano condurre in segreto (le esecuzioni capitali potevano essere pubbliche, ed in questo caso i deportati erano costretti a vedere tutta l'operazione, oppure segrete, ed in questo caso i deportati erano chiusi nelle baracche).

Nei campi di concentramento e di sterminio venivano usati dei simboli, appuntati sulla parte sinistra del torace, per l'identificazione degli internati. Per gli internati di tipo politico veniva usato il triangolo rosso, per le lesbiche il triangolo nero, per gli omosessuali il triangolo rosa per i Testimoni di Geova il triangolo viola, per gli zingari il triangolo nero, per gli immigrati il triangolo blu e il triangolo verde.

La stella di Davide, di colore giallo-oro e con la scritta jude, identificava invece gli ebrei.

Come avete potuto leggere non è una prerogativa tedesca  quella del campo di concentramento. Iniziarono gli inglesi con un uso sistematico e "moderno".   Ed anche i difensori della democrazia, gli americani,  come avete potuto leggere, hanno trattato duramente i giapponesi nel loro territorio. Anche se erano i nipoti di chi era emigrato in terra americana  decenni e decenni prima. Anche noi italiani non ci siamo comportati meglio.  I russi neppure. I cinesi ancor meno. Ma considerando che la storia la scrivono i vincitori è normale che "paghino" solo i tedeschi. Un po' meno gli italiani visto che abbiamo subito, in qualche modo, ripulito il nostro passato. Non eravamo neanche noi degli stinchi di santo e i tedeschi di allora ancor meno (e ancor meno giustificabili). Ma la memoria collettiva, sapientemente manipolata, ha rimosso le colpe di taluni e accentuato o fedelmente riportato le colpe di altri. La destra parla, a ragione, dei crimini comunisti. La sinistra di quelli compiuti dai nazisti o dai fascisti. Ci dimentichiamo di tutti gli altri. Di quelle nazioni che dicono di incarnare la democrazia e hanno una quantità impressionante di scheletri nell'armadio. Mi sto ripetendo. Lo so. Però, a volte, per fissare un concetto, è meglio ribadire. Ripetersi. Non dimenticare. E cercare di non commettere gli stessi errori di chi ci ha preceduti...