domenica 4 maggio 2008

Non sempre nazioni civili sono abitate da persone civili...


Questo post potrà sembrare, a chi legge, il classico "pezzo" buttato lì come rivalsa verso altri popoli che hanno sempre visto noi italiani come "incivili" (un po' come ora gli italiani vedono albanesi e rumeni). E quando gli è capitato hanno anche cercato (a volte riuscendoci) di eliminarci fisicamente (vedi , ad esempio, questo link, dal sito "L'orda, quando gli albanesi eravamo noi" di Gian Antonio Stella.). Però non dobbiamo dimenticarci che la "bestia" che è dentro l'uomo vi alberga indipendentemente dalla nazione nella quale vive la persona che la ospita. La Svizzera, la Francia, la Germania, l'Austria, il Belgio, l'Olanda... Tutti posti civilissimi. Finché non esce il mostro. Che sia il pedofilo o altro. L'altro, il mostro, questa volta è ricomparso in Austria. L'ha già fatto nel passato (vedi la vicenda di Natascha Kampusch) e ora il caso di Josef Fritzl. Quello che mi preme osservare è un'altra cosa. Se fosse successo in Italia l'eco mediatica sarebbe stata ben più ampia. Perché è tipico delle società più ricche disprezzare chi cerca di sbarcare il lunario e noi italiani abbiamo una lunga storia di emigrazione alle spalle. E questo all'estero non ci viene ancora perdonato (o solo in parte). Ecco perché se non fosse successo in Austria ma in Italia chissà cosa avrebbero detto. Forse non dovrei ragionare così ma riflettiamo (e qui mi ripeto): anche noi, quando rubano qualcosa nella nostra città, non accusiamo quelli dei quartieri di periferia o gli zingari o gli immigrati? Lo stesso ragionamento lo fanno gli europei del nord (specialmente se per via dell'età si ricordano degli immigrati italiani degli anni 60 e 70 del secolo scorso). Però stavolta il fattaccio è successo a casa loro. Ed io, una volta tanto, abbandonando la mia neutralità e, finché altri fatti non mi smentiranno, quando sentirò parlare dell'Austria esclamerò "Ah sì, la terra di Mozart , Vienna, il Castello di Schönbrunn e gli orchi...".