giovedì 27 dicembre 2007

Ci risiamo...




Riporto dal sito di Repubblica:

24ore - Esteri

Nazioni Unite, 21:34

BHUTTO:CONSIGLIO SICUREZZA CONDANNA ASSASSINIO

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato una dichiarazione nel quale condanna "nei termini piu' fermi" l'attentato terrorista in cui ha perso la vita la leader dell'opposizione pakistana, Benazir Bhutto, e ha esortato i pakistani a "mantenere la stabilita' nel Paese". In una riunione convocata d'urgenza dal presidente di turno, l'ambasciatore italiano Marcello Spatafora e a cui ha partecipato lo stesso segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, i quindici membri del Consiglio hanno approvato un testo - in cui si sottolinea anche "la necessita' di assicurare alla giustizia i responsabili e gli organizzatori (dell'attentato), come coloro che lo hanno finanziato e appoggiato". Dopo la riunione, Ban ha anche condannato l'attentato, chiesto che si portino i responsabili dinanzi alla giustizia e trasmesso le sue condoglianze ai famigliari della Bhutto e al popolo pakistano, al quale ha chiesto unita' "in questo difficile momento".

Oppure dal sito di RaiNews:
Pakistan sull'orlo della guerra civile dopo l'uccisione della Bhutto
Oltre 20 persone morte nell'attentato

Uccisa durante un comizio elettorale, a pochi giorni dal voto dell'8 gennaio. Benazir Bhutto, ex premier e leader dell'opposizione pachistana, è stata assassinata a colpi di kalashnikov da un kamikaze, che le ha sparato alla nuca prima di farsi saltare in aria poco lontano, fra la folla di migliaia di sostenitori. A Rawalpindi, non lontano dalla capitale Islamabad, è subito strage: almeno 22 i morti nella deflagrazione. Il Pakistan, un paese di 160 milioni di musulmani (fra sciiti e sunniti) e dotato di atomica, piomba sull'orlo della guerra civile.

Il presidente Pervez Musharraf, alleato-chiave degli Stati Uniti nella guerra al terrore, proclama tre giorni di lutto nazionale e punta il dito contro i terroristi islamici. "E' opera dei terroristi contro cui stiamo combattendo - dice in un discorso in diretta tv alla nazione - oggi, dopo questo tragico episodio, voglio esprimere la mia ferma determinazione: non avremo pace fino a quando non avremo eliminato e sradicato completamente questi terroristi".

Ma dal marito della vittima arrivano accuse opposte: "E' opera del governo" commenta a caldo - alla televisione indiana CNN-IBN - Asif Ali Zardari, poco prima di partire da Dubai, dove una parte della famiglia vive in esilio, alla volta del Pakistan.

"Sono i nemici del Pakistan che vogliono disintegrare il Paese, hanno voluto colpire un simbolo di unita'" afferma dal canto suo Farzana Raja, un alto dirigente del partito della Bhutto.

Nawaz Sharif, ex primo ministro e guida dell'influente Lega musulmana del Pakistan (Pml-N), anch'egli all'opposizione, chiede le dimissioni immediate di Musharraf e annuncia che il suo partito boicotterà le elezioni. "Lo svolgimento di elezioni giuste e libere non è possibile in presenza di Musharraf – afferma - è lui la causa di tutti i problemi. La federazione del Pakistan non può restare intatta in sua presenza".

In una conferenza stampa a Crawford, in Texas, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush - che ha telefonato a Musharraf per le condoglianze - condanna l'uccisione e chiede che "chi ha commesso questo crimine sia consegnato alla giustizia".

I sostenitori della Bhutto, che si erano radunati intorno alla clinica, iniziano a intonare slogan contro il presidente Musharraf. I piu' esagitati sfondano la porta in vetro all'ingresso principale del reparto di terapia intensiva, altri danno sfogo con grida e lacrime al proprio dolore. A Karachi, i commercianti sono costretti a chiudere i negozi con anticipo. Una folla di manifestanti da' alle fiamme automobili e pompe di benzina. In uno scontro armato restano feriti due agenti di polizia.

Un uomo viene ucciso in un'altra sparatoria fra poliziotti e manifestanti a Tando Allahyar, 190 chilometri a nord di Karachi. Nella citta' di Tando Jam, la folla inferocita costringe i passeggeri di un treno ad abbandonarlo, prima di dargli fuoco. Violenze anche a Lahore, Multan, Peshawar e molti altri centri del Pakistan, dove i partigiani del Ppp incendiano banche, uffici postali, supermercati e commerci privati. Stando ai media pachistani, sarebbero stati danneggiati anche diversi uffici elettorali del partito di governo. Il ministro dell'Interno della provincia meridionale di Sindh, dove ci sono state almeno due vittime, dichiara la sua disponibilità a impiegare l'esercito, se sarà necessario, per mettere fine alla violenza.

A chi giova? Detto latino riassumibile così come riporta Wikipedia:
la locuzione latina cui prodest? (lett. "a chi giova?") deriva dalle parole pronunciate da Medea nell'omonima tragedia di Seneca.
Ai versi 500-501 ella afferma: "cui prodest scelus, is fecit", cioè "colui al quale il crimine porta vantaggi, egli l'ha compiuto".
Il concetto espresso da Medea è alla base di ogni ricerca investigativa: la scoperta di un possibile movente favorisce anche la scoperta del colpevole, o comunque limita il numero dei sospettati.
Ma anche nella vita di ogni giorno, domandarsi sempre "cui prodest?" - altrimenti reso con Cui bono? - aiuta a rintracciare i fini ultimi e i reali interessi che leggi, decreti o semplici decisioni nascondono, al di là degli alti ideali che sembrano proporsi e garantire.

Lascio a voi questo quesito. Chi ci guadagna? (Pare che la Bhutto non sia stata uccisa da un attentatore con un
kalashnikov bensì da uno sniper cioé da un tiratore scelto....)