Potrebbe aver ragione Spike Lee quando afferma che «7 italiani su 10 non avevano mai sentito parlare dell’eccidio di Sant’Anna». Anch'io sono in quel 70%. Altri eccidi e altre stragi mi hanno fatto riflettere sulla malvagità umana ma il massacro di Sant' Anna di Stazzema mi è sfuggito. Polemiche a non finire sul film (perché nella finzione cinematografica un partigiano tradisce i compagni) e polemiche per le dichiarazioni dello stesso regista che sottolinea il fatto che non tutti i nazisti erano belve assetate di sangue e non tutti i partigiani erano eroi. Il che potrebbe essere pure vero. Ma qui ritorniamo all'argomento già trattato in altri post ( ¹- ²) in questo stesso blog e che può esser visto come un tentativo revisionista. E qui mi fermo. Il punto è che 560 innocenti furono trucidati e che ci fosse qualche nazista "buono" o qualche partigiano poco "eroico" non cambia nulla. Lasciamoli riposare in pace. E se in una sceneggiatura, in un film, nell'analisi di quel periodo storico viene addossata la responsabilità ai partigiani di quanto poi sia successo potremo dire che siamo alle solite: è successo così anche per via Rasella. Spike Lee ha dichiarato: "Non ho alcun dubbio che i partigiani siano stati dei grandi, ma non erano universalmente amati dai civili. Nel mio film non esistono eroi e cattivi, ma solo buoni e cattivi: la maggior parte dei nazisti erano atroci assassini, ma alcuni erano un po' meglio, e lo stesso vale per i partigiani, che spesso lottavano contro i tedeschi e poi fuggivano, un po' come i guerriglieri, in quanto era l'unico modo per reagire ai grandi eserciti. Era un periodo complicato e ci sono diverse angolazioni per leggere la storia".