mercoledì 15 ottobre 2008

Kapo!

Quando si parla di orrore viene in mente quello vissuto e raccontato da chi è finito nei campi di concentramento nazisti.  Però chi ha letto ciò che è stato scritto dai sopravvissuti spesso non nota che  le peggiori angherie venivano fatte da internati ad altri internati. E gli internati che diventavano "lupi" potevano sopravvivere mentre quelli che per indole non riuscivano a farsi rispettare spesso morivano. Questa precisazione  potrebbe sembrare un goffo tentativo di difesa dei carcerieri nazisti ma non lo è. Se ci si documenta emerge che le SS spesso non erano dentro al campo e non entravano direttamente in contatto con i detenuti bensì erano i Kapo (o Konzentrazionslager Arbeit Polizei) a fare da intermediari. Probabilmente (e da quanto si legge tra le righe, nelle testimonianze) i peggiori maltrattamenti (fino all'omicidio) furono solo in parte commessi dai militari. Un po' come quando si finisce in carcere in tempo di pace: le prendi dai poliziotti penitenziari ma chi ti può rendere la vita veramente difficile sono i tuoi compagni di sventura. In molti siti si legge di kapo solo di nazionalità tedesca in maggioranza internati per reati comuni (e in numero minore per reati politici): anche su questo ci sarebbe da ridire. Le dolorose testimonianze di chi è sopravvissuto parlano di aguzzini provenienti da diverse nazioni (alcune alleate dei nazisti ma altre no): il bruto non ha una patria specifica. L'uomo che si trova in una situazione del genere e subisce angherie di ogni tipo e riesce a cavarsela si trova invischiato in un meccanismo che lo porta a far subire agli altri quello che lui ha subito (nelle caserme si chiamava nonnismo e ha fatto vittime direttamente e indirettamente). Non solo: il concetto di umanità si azzera, prevale solo la legge della giungla e solo i più forti, i più paraculi ce la fanno. Le SS lo sapevano bene. Oltre alla colpa di appartenere al nazismo avevano la colpa di tenere in piedi queste strutture che secondo loro dimostravano quanto chi fosse là dentro fosse Untermensch, di scegliere gentaglia per gestire i detenuti, di rimanere testimoni a volte attivi a volte passivi di quell'immane tragedia.

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