domenica 23 novembre 2008

No Facebook? No party…

facebook

Dopo un periodo di lontananza dal blog ho deciso di ripresentarmi a voi con un tema un po’ più leggero: Facebook. Lo scopo principale, all’inizio, di Facebook era di far mantenere i contatti tra studenti di università e licei di tutto il mondo. Ora (e in Italia c’è stato un vero e proprio boom) questa social network coinvolge (più o meno) “tutti” gli utenti di internet. Cercando di capirne di più, ovviamente, mi sono iscritto e ho continuato a fare ricerche sul fenomeno del momento che prende il nome dall’annuario  che alcuni college americani pubblicano con le schede e le foto degli studenti ad inizio anno scolastico.  

Wikipedia ci fa notare che il sito conta attualmente oltre 100 milioni di utenti in tutto il mondo ed è valutato più di 16 miliardi di dollari. Mi sa tanto che rientra nelle cosidette killer-application. Per farvi un esempio anche gli sms rientrano nelle k-a. E, stranamente, dove è coinvolto il bisogno, la necessità di stare assieme, comunicare unilateralmente o meno allora il mezzo può diventare una k-a. Tempo fa i blog (perché tutti vogliono dire qualcosa – più o meno importante).  Poi gli “space” dove l’austerità del blog veniva meno ed infatti alcuni sono sconsigliati per chi ha problemi alla vista e per chi non capisce lo slang da cellulare (nn per non, xché per perché, ecc).266px-Facebook.svg E ora Facebook che permette un interagire, una comunicazione immediata: una piazza virtuale. Ci si incontra, ci si danno appuntamenti, si condividono foto e video e così via. E si ritrovano vecchi amici che pensavi scappati in Messico, vecchie fiamme, primi amori ormai felicemente sposati con figli, ecc. Sono contento per il fondatore (e un po’ lo invidio) e non penso che all’inizio pensasse che la sua idea sarebbe stata la sua fortuna, voglio però sottolineare che, al solito (e come già affermato da tanti altri prima di me), dalla necessità di comunicare e dalla paura della solitudine e del non essere accettati, qualcuno  ci ha fatto un business. Un grosso business…