domenica 23 novembre 2008

Dispositivo antistupro.

Continuo ad osservare sempre più inorridito i titoli dei giornali e le news su internet che parlano di stupri, dove le donne coinvolte sono di tutte le età. Non sto parlando di molestie (la legge italiana a mio avviso è intepretabile e considera molestia tutta una serie di comportamenti che prima erano puniti al massimo con un ceffone in faccia al “manomorta” ed ora arrivano in tribunale). Ma di stupro vero e proprio, quello che “ferma” la vita della malcapitata e lascia segni indelebili nell’animo se non nel fisico. E da buon osservatore e chiedendo un po’ in giro ho scoperto che esiste RapeX™. Il sito ufficiale ci informa che:

RAPEXTM is a new product that was developed to empower women to defend themselves against rapists. RAPEXTM is a device used by women to prevent rape and to identify the rapist. The RAPEXTM prototype was launched on 31 August 2005, at Kleinmond, Cape Province, South Africa.

La foto di quello che in inglese viene definito device (dispositivo) non ha bisogno di spiegazioni e nel sito sono consultabili le FAQ. A mio modesto avviso dovrebbe essere reso disponibile come arma di difesa e regolamentato da una legge. Non si sa mai che un ex-moglie ti propone una sveltina e ti trovi un’accusa di stupro e Willy trafitto. Solo i preliminari potrebbero evitare il peggio ad un innocente e, i preliminari, si sa non sono praticati da uno stupratore. Quindi è ragionevole osservare che dovrebbe “colpire” solo i violentatori.

Un’ultima osservazione: il dolore inferto al maniaco sessuale sarebbe così forte da far sì che il medesimo sia impossibilitato a sfogare la propria ira sulla vittima? Penso possa dipendere dalla soglia di sopportazione del dolore dell’aggressore. E poi ci sono stati casi di violenza sessuale nei quali la vittima è stata comunque e purtroppo poi uccisa. Quindi ben venga un “dispositivo” che pone in uno stato di inferiorità questi subumani che considerano la donna come una cosa per sfogare i più bassi istinti (che bassi non sono se correlati a situazioni nelle quali c’è la volontarietà dell’atto). Mi viene da pensare che potrebbe dare il tempo alla vittima di poter fuggire. E lasciare un “ricordino” a chi pensa di poter essere padrone del corpo altrui…