Il titolo dice tutto. Non bastavano le esternazioni del papa cattolico che ci si mette pure il Dalai Lama. Dal punto di vista cattolico è un discorso di controllo (il sesso costituisce uno dei “divertimenti” naturali dell’uomo nonché il principale sistema per la sopravvivenza della specie) mentre il nostro ne fa un discorso molto logico. Se tu sei una persona che ama il sesso ti trovi automaticamente invischiato dentro una situazione che è coinvolgimento nella materialità di questo mondo. Quindi la castità evita tutto ciò e ci predispone a lasciare al più presto il samsara. Ma la forzata castità, a mio avviso, altera il nostro equilibrio. Deve essere fortemente voluta e non forzatamente imposta a se stessi solo perché una figura spirituale ci dice di farlo. Deve nascere da dentro la volontà di sopprimere la necessità di fare sesso. Un po’ come smettere di fumare. Decidi e basta. In pratica se nella persona il corpo e la mente è come un tutt’uno non ci sarà sofferenza (un esempio: la castità naturale portata dalla vecchiaia) mentre se è solo la mente a decidere allora non ci si lamenti se il corpo si ribella. Questi diktat generano solo confusione e fanno danni. Il discorso è che quando una problematica coinvolge la religione allora tutti ipocritamente si tirano indietro e tanto più se la religione commenta i costumi sessuali. La religione, i religiosi si dimenticano che siamo su questa terra grazie ad un rapporto sessuale. Se detestano così tanto il sesso (anche se cercano di motivare il loro comportamento, il loro atteggiamento con concetti e affermazioni varie e discutibili) e non vogliono esserci su questo piccolo pianeta che essi stessi riescono a rendere sempre più instabile perché non fanno in modo di interrompere il loro ciclo di nascite-morti-rinascite già da ora nel modo migliore e che non sia proibito dal loro credo? Farebbero un favore a tutta l’umanità che in tutte le latitudini si trova a combattere per la propria sopravvivenza, per il pane, per i conti che non tornano, contro la depressione e così via. Penso che aggiungere al “mal di vivere” anche il sesso inteso come impedimento a giungere al più preso al nirvana sia un di più che gli uomini (quelli che ancora non sono spiritualmente pronti a distaccarsi dalle cose di questo mondo) non si meritano. Anche se a dirlo è chi è più vicino a questo traguardo. Lo è lui, non noi. Quindi per correttezza dovrebbe rivolgersi ai suoi più stretti discepoli e non farlo diventare un messaggio globale.